- Baixa - Dal modello teorico alla realtà: cambiamento come metodologia di pianificazione -
      

Il devastante terremoto del 1 novembre del 1755 sorprese chi si trovava a Lisbona quel giorno intorno alle 9.40, quando la maggior parte delle persone stava pregando nelle chiese per celebrare il giorno di Ognissanti.
Nei giorni seguenti i residenti dovettero affrontare gli incendi che stavano divampando in tutta la città. Le strade e gli edifici scomparsi vennero rimpiazzati da un deserto di rovine e di cenere.

Nonostante il trauma che seguì al disastro, considerato il più grande terremoto nella storia dell’uomo fino al XX secolo con una magnitudine di 8.7 della scala Mercalli, la catastrofe venne convertita in una straordinaria possibilità per una città di entrare nella modernità.

Il programma di ricostruzione era stato preceduto da un periodo di otto mesi per elaborare proposte per la nuova Lisbona: i criteri di selezione condussero progressivamente a decidere per un progetto astratto, che desse priorità all’organizzazione urbana complessiva rispetto alle singolarità architettoniche e funzionali degli edifici. Criteri razionali basati su misure igieniche e preventive in caso di disastro naturale erano basati su un’organizzazione e una funzionalità diversa sia degli spazi pubblici sia privati. Il secolo dell’Illuminismo in Portogallo arrivò da Lisbona.

La caratteristica principale della città ricostruita fu la flessibilità che gli ingegneri e gli architetti portoghesi ebbero nell’adattare il progetto ideale, concepito come un reticolato regolare di assi longitudinali e trasversali, alle caratteristiche del sito, come nel caso di Rua Augusta, la strada principale che collega in direzione nord – sud la piazza popolare di Rossio con Piazza del Commercio. Per integrare le due piazze nel progetto e preservare la loro collocazione originaria, Rua Augusta costituisce l’asse simmetrico di Piazza del Commercio, in quanto è situata esattamente a metà del suo lato settentrionale, punto marcato anche dall’imponente arco trionfale, ma l’estremità nord dell’asse di Rua Augusta non coincide con l’asse mediano del lato sud di Rossio, bensì il punto di giunzione Rua Augusta -Rossio è situato nell’angolo sud-est della piazza, il cui asse mediano è segnalato da un discreto arco in forme tardo settecentesche che segna l’inizio di Rua dos Sapateiros, una via secondaria parallela a Rua Augusta (il piano prevedeva un’organizzazione gerarchica delle strade, distinte in principali, secondarie e traverse). L’espediente permise di regolarizzare Rossio, che era più larga e leggermente ruotata in direzione sud-est, mantenendo la sua conformazione allungata e stretta pur in assenza del grande complesso dell’ospedale di Tutti i Santi che ne occupava interamente il lato est, complesso che venne distrutto dal terremoto e che si decise di non riedificare. La ratio complessiva del reticolato urbano risulta così preservata, pur includendo alcun elementi urbani di Lisbona precedenti alla catastrofe del 1755.

L’elemento utopico del piano di ricostruzione sta esattamente in questo punto di congiunzione tra il modello teorico e la sua realizzazione, punto dove c’è il territorio. L’abilità portoghese di leggere il territorio deriva dalla secolare esperienza nel fondare nuove città su terre ancora quasi sconosciute nel continente europeo, esperienza che ha dato ai portoghesi un grande vantaggio in termini di conoscenze tecniche e di metodologie per edificare una città in altri paesi. L’eredità di questa praxis è ancora oggi presente, come possiamo capire quando l’architetto portoghese Carrilho da Graça afferma che in Portogallo è più facile rispetto ad altri paesi avere accesso alle informazioni necessario per leggere il territorio, inteso sia come ambiente artificiale modificato dall’uomo sia come topografia naturale (conferenza tenuta all’Instituto Superior Técnico di Lisbona, Ottobre 2018).

I dati relativi alla storia e alla cultura di un luogo non sono valutabili in sé in quanto dati oggettivi, ma come elementi da collegare, organizzare ed elaborare all’interno di un più complesso inquadramento concettuale, che è ciò che determina e distingue una visione da una semplice idea.


1 novembre 2018
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