- Ivrea e Adriano Olivetti - Architettura e Capitalismo -
Ivrea città industriale del XX secolo. Il progetto di capitalismo umanistico di Adriano Olivetti, che tra 1952 e 1958 ebbe il suo massimo sviluppo, è stato riconosciuto Patrimonio mondiale dell’Umanità il 1 Luglio 2018.
Il sito industriale di Ivrea, dove venivano prodotte macchine per il calcolo e macchine da scrivere – indimenticabili la calcolatrice meccanica Divisumma (oggi visibile al MoMA di New York assieme ad altri prodotti Olivetti) e la prima macchina da scrivere portatile MP1 – si presentava già all’epoca della sua attività come un luogo anomalo rispetto alle altre fabbriche, con ambienti di produzione più ampi e ariosi, un asilo, le residenze per gli operai, i servizi sociali, la mensa e una biblioteca di oltre 50 mila volumi frequentatissima dagli operai.

Fonte: http://ivreacittaindustriale.it/
I progetti architettonici vennero affidati agli architetti italiani attivi a vario titolo nel panorama nazionale, che seppero tradurre il progetto di Olivetti di una fabbrica dell’uomo in strutture funzionali allo scopo produttivo, ma aperte e trasparenti, in grado di integrarsi sia reciprocamente sia con la città, come nel caso della Mensa aziendale di Ignazio Gardella (1953 – 61; in collaborazione con Roberto Guiducci). Il centro dei Servizi Sociali progettato da Luigi Figini e Gino Pollini (1954 – 59) è un complesso che si sviluppa intorno a un corpo verticale, articolazione chiaramente leggibile da parte del visitatore, che in più punti lascia entrare la luce e permette allo sguardo di arrivare al cielo, in un modo inedito per essere una struttura annessa a un luogo di lavoro. I due architetti avevano già contribuito al dibattito sull’architettura moderna con la progettazione dell’asilo nido (1939 – 41). Ma anche il voluto monumentalismo del Palazzo Uffici Olivetti, sede rappresentativa dell’azienda realizzata su progetto di Annibale Fiocchi, Marcello Nizzoli e Gian Maria Bernasconi (1960 – 64) adottando il linguaggio dell’International Style, risulta perfettamente integrato al vasto e variegato sistema costruttivo di Ivrea che riflette le idee del Movimento Comunità.

© Guelpa Foundation
Fonte: https://whc.unesco.org/en/list/1538
Adriano Olivetti concretizzò l’idea di una fabbrica dove la finalità produttiva era indissolubilmente legata allo sviluppo dell’individuo in quanto soggetto sociale e culturale di tale produzione, consapevole che il proprio ruolo non è tanto nella produzione del manufatto, quanto nell’essere parte integrante della comunità e del territorio che questo manufatto produce. L’urbanismo, l’architettura, il design, la sociologia sono alcune delle discipline che, secondo Olivetti, dovevano integrarsi per superare quella specializzazione che rinchiude gli intellettuali in una sfera lontana dalla realtà della territorio, di cui la comunità ne è l’espressione.
Planimetrie articolate e liberamente disposte su più livelli, trasparenze e aperture sulla città e sulla natura artificialmente creata dei giardini che circondano gli ambienti di lavoro, residenziali e sociali, e leggibilità delle strutture, sono alcuni elementi che costruirono quell’ensemble architettonico e urbanistico che ebbe in Adriano Olivetti il sapiente e illuminato ideatore e coordinatore.
5 luglio 2018